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Le battaglie aeree in Africa Settentrionale. Novembre e dicembre 1941.
La Gran Bretagna, assieme agli altri paesi del Commonwealth, ritiene possibile far sloggiare le truppe dell’Asse dalla Cirenaica, così da raggiungere tre obiettivi: liberare Tobruk, migliorare la propria situazione strategica con l’acquisizione degli aeroporti di Bengasi. Esiste anche una quarto obiettivo, anche se meno probabile: addirittura risolvere definitivamente il problema dell’Africa Settentrionale arrivando a Tripoli. Così sarebbe stata riaperta la rotta del Mediterraneo per l’Oriente evitando l’onerosissima circumnavigazione dell’Africa.
Per garantire il successo dell’operazione, visti i due tentativi non riusciti della primavera – estate, si ritiene necessario mettere in campo una grande superiorità di forze. Questo risulterà il massimo sforzo offensivo dall’inizio della guerra e verrà denominato operazione “Crusader”.
Quindi le forze aeree del Commonwealth risultano grandemente rinforzate e pronte a sferrare il K.O. a quelle avversarie, per poi contribuire alla distruzione delle forze di terra dell’Asse.
In questo studio vengono rivisitati gli scontri aerei di questo scorcio del 1941.
Le battaglie aeree, di entità e frequenza ben superiore rispetto al precedente periodo, si susseguono senza interruzioni per circa un mese e si concluderanno assieme alla sconfitta delle forze dell’Asse e della loro ritirata al confine della Tripolitania.
Nel campo del Commonweath la novità tecnica più cospicua è la presenza sempre più importante dei ben più efficaci e resistenti bombardieri leggeri americani, Maryland e Boston, che gradualmente andranno a sostituire i Blenheim IV nelle azioni diurne.
In questo periodo vengono messe a punto tattiche di attacco per questi aerei, comprendendo la loro difesa da parte dei P-40. Successivamente tali tattiche renderanno quasi invulnerabili le formazioni di questi bombardieri dagli attacchi dei caccia dell’Asse.
I Maryland verranno utilizzati anche nella caccia ai trasporti aerei tedeschi da Creta, resisi più frequenti per i rifornimenti più urgenti durante la battaglia. Questo a riprova della versatilità di quei bombardieri.
Nel campo dell’Asse invece osserviamo la totale sostituzione dei Messerschmitt 109E con il più prestante modello F.
Ma è nel campo italiano dove si assiste alla più importante novità: l’arrivo dei Macchi C.202, le cui prestazioni non sono neanche confrontabili con quelle dei caccia della generazione precedente.
In realtà, almeno inizialmente, pare che questa novità non abbia impensierito più di tanto l’“intelligence” britannica, tuttavia questi nuovi aerei metteranno in serie difficoltà i piloti nemici.
Purtroppo la loro efficacia di macchina bellica non sarà pari a quella dei Bf.109, per l’armamento meno potente ma molto anche a causa delle apparecchiature radio non efficienti.
Tuttavia, per parte italiana nella prima metà della campagna, il peso della battaglia verrà sostenuto dai Macchi C.200 e dai G.50: aerei ben più modesti ma che ancora potevano dire la loro, come vedremo nelle scorte agli Stuka tedeschi ed italiani.
Le forze aeree del Commonwealth non prevalgono su quelle avversarie nei singoli scontri, tuttavia vinceranno alla fine la battaglia per la loro superiorità numerica e logistica; infatti i maggiori danni inflitti alle forze aeree dell’Asse verranno causati a terra da parte dei bombardamenti o per le azioni degli incursori.
Palermo