Descrizione
156 pp., 17 x 24 cm
ESTRATTO DAL PERIODICO “QUATTRO CIACOLE”
Aveva da pochi giorni compiuto 22 anni ed era alla guida di una delle più potenti macchine da guerra mai costruite dall’uomo: un F84F, cioè un aereo che poteva trasportare all’occorrenza una bomba atomica. Era il primo giorno dell’agosto 1960 ed Italo Antonio Mauretto era alla guida di quell’aereo in un volo di addestramento sopra i cieli di Ghedi […]
Mancavano pochi minuti alle 10 e mentre si accingeva ad atterrare venne “[…] investito da un urto violento che mi fece sobbalzare nell’abitacolo, sollevò il muso del mio aereo fra numerosi frammenti metallici, facendolo inclinare fortemente a sinistra […] mentre l’aereo iniziava la sua caduta ruotando … con una rapidità disperata alzai i braccioli e azionai i grilletti. […] Quando le cime degli alberi mi passarono di fronte e l’impatto finale era imminente, uno strattone violento mi raddrizzò, sospendendomi a qualche metro da terra, che toccai morbidamente […] vidi di fronte a me i resti di un aereo e tanti rottami”.
In quell’incidente il suo collega, che l’ha investito, non è stato, come lui miracolato. […] Il comportamento dei Superiori e dei Giudici, nonché quanto riportato dai giornali, hanno fatto ritenere, in un primo momento, che fosse lui il responsabile di quel tragico evento. […] nel suo libro Italo affronta, sin dalle prime pagine, l’argomento e a mano a mano che si legge, si capisce bene che quelle pagine sono un’autodifesa a tutto campo. Al di là della vicenda dell’incidente, il capitolo più interessante mi sembra quello che descrive l’allarme vissuto in quegli anni definiti di “guerra fredda”. […] La situazione per noi piloti era molto pesante perché il numero dei combat ready per l’impiego dell’arma atomica era esiguo”
Mauretto